1. La pianificazione    

 

1.1   Generalità

Nella pratica dell' attività subacquea sportiva nessun aspetto è importante come la sicurezza. Fra i molti elementi che concorrono a rendere sicura l' immersione alcuni sono facilmente intuibili (come la salute e la forma fisica, la preparazione tecnica, l' efficienza delle attrezzature ecc.) ed è spontaneo tenerli in considerazione. Altri elementi invece possono solo sembrare meno importanti e proprio per questo è insidioso trascurarli o sottovalutarli.

 

Fra questi ultimi merita un posto particolare la pianificazione dell' immersione. In sintesi, pianificare un’immersione significa:

·      individuare gli elementi che possono influire sulla sua riuscita;

·      adottare gli accorgimenti necessari affinché tutto possa filare liscio;

·      prevedere tutti i possibili intralci e inconvenienti;

·      predisporre le contromisure per ogni evenienza.

 

1.2. Cosa significa pianificare

       Di seguito saranno esaminati gli argomenti e le operazioni indispensabili per pianificare correttamente l' immersione in una situazione generica. Ciascuno potrà poi integrare l' elenco secondo le proprie esperienze ed esigenze.

       In sostanza, “pianificare” significa considerare:

·      il modo per giungere nella località prescelta;

·      le caratteristiche generali di questa, comprese le modalità di dettaglio per raggiungere ed individuare il punto di immersione voluto;

·      i partecipanti alla immersione;

·      le condizioni climatiche;

·      le correnti e le maree;

·      la visibilità;

·      le caratteristiche del punto di immersione, con particolare riguardo ai punti di entrata e di uscita;

·      le emergenze;

·      il "briefing";

·      i modi ed i mezzi per comunicare durante l' immersione.

 

  1.3   Come raggiungere la località.

L' ipotesi meno favorevole è che:

-       non conosciamo direttamente la località scelta per l' immersione,

-       che questa non sia vicina al luogo in cui viviamo abitualmente e

-       che nella località prescelta per l’ immersione dobbiamo appoggiarci a fornitori locali di servizi (hotel, barca, ecc.).

Per evitare di partire alla ventura e rischiare di perdere tempo prezioso all' ultimo momento, nei giorni che precedono l' uscita dovremo quindi definire tutti gli elementi necessari per raggiungere la nostra meta, organizzarci sul posto ed immergerci.

 

In dettaglio, dovremo individuare l'  itinerario, informarci sugli orari degli eventuali traghetti e sulle modalità per l' imbarco, prenotare albergo, barca ed attrezzature a noleggio, studiare il percorso ed i riferimenti locali per arrivare al punto preciso che ci interessa,  ecc..

Un modo semplice e comodo per risolvere il problema consiste nel rivolgersi ad una struttura locale specializzata. Infatti, parallelamente allo sviluppo dello sport subacqueo, sono sorte molte strutture il cui scopo è semplificare la vita ai subacquei che vengono da lontano.

Alcune di queste operano nelle città dove hanno sede le scuole ed i circoli subacquei ma è soprattutto nelle località di immersione più frequentate che esse si sono diffuse.

In genere offrono una gamma di servizi vasta ed efficiente, dalle convenzioni con gli alberghi ed i ristoranti alle uscite in barca, dagli accompagnatori esperti dei fondali del posto alla ricarica delle bombole, dalla vendita al noleggio di attrezzature, dalle riparazioni ai corsi di immersione ecc.. Spesso queste strutture propongono pacchetti tutto-compreso (formule week-end, settimane-blu, ecc.) che possono risultare particolarmente convenienti.

 

Anche se non intendiamo utilizzare tutti i servizi che questi operatori offrono, in generale potremo interpellarli per ottenere le informazioni che ci servono.

Infine l' esperienza di altri subacquei e specifiche fonti di stampa (monografie, mappe, servizi ed articoli pubblicati nelle riviste del settore) sono utili per farci una idea dei fondali in generale e di certi punti di particolare interesse.

 

1.2       Le caratteristiche della località.

Una volta giunti sul posto, se non lo conosciamo bene ed abbiamo deciso di fare l' immersione senza l' assistenza di qualche esperto locale (barcaiolo, divemaster, ecc.) dovremo occuparci innanzitutto della sicurezza preventiva  ed accertare:

·      dove si trovano i più vicini ospedali, camere iperbariche, centri di soccorso, medici specialisti o generici. Dovremo anche sapere come raggiungerli o chiederne l' intervento, quali siano i loro numeri di telefono e quali limitazioni di orario o di servizio esistano;

·      dove siano gli apparecchi telefonici efficienti più vicini al punto dove ci troviamo e se funzionano con monete, carte telefoniche o gettoni (che poi, ovviamente, dovremo tenere a portata di mano). Se disponiamo di un telefono cellulare, verificheremo lo stato di carica delle batterie e la copertura del campo;

·      se le autorità locali (Capitaneria di porto, Comune, ecc.) abbiano emanato speciali ordinanze in materia di sicurezza relative all' intero comprensorio o a qualche specifico punto.

 

Dovremo poi individuare il punto di immersione che ci interessa. Tanto per le immersioni da terra quanto per quelle da una imbarcazione (soprattutto se a bordo non ci sono altri subacquei esperti di quei fondali) dovremo individuare i riferimenti che ci permetteranno di scendere esattamente dove vogliamo senza sperperare tutta l' immersione vagando a casaccio sott' acqua.

In generale questi riferimenti consistono in elementi caratteristici della costa o delle pareti o altri elementi particolari fuori dall' acqua come scogli, punte, rilevamenti con la bussola, ecc.. Queste indicazioni possono essere ottenute consultando sia chi conosce bene il posto sia le fonti di stampa già citate. In commercio sono reperibili anche tabelle plastificate (adatte quindi ad essere portate in acqua) che riportano tutti i dettagli relativi ai punti più interessanti delle principali località di immersione.

 

1.3   I partecipanti.   

Per una fondamentale regola di sicurezza dell' immersione sportiva, un subacqueo non deve mai immergersi da solo ma deve sempre abbinarsi ad un compagno. Anche nel caso di un gruppo numeroso - e non c'è niente di male nel fatto che molti subacquei si immergano tutti insieme - è essenziale che ciascuno:

·      sappia chi, fra i tanti del gruppo, è il “suo” compagno;

·      svolga l' immersione secondo i criteri "di coppia" che vengono insegnati in ogni buon corso.

 

Nel caso ideale, ci immergeremo sempre con il nostro compagno abituale di cui conosciamo il carattere, la preparazione, la mentalità, le abitudini, ecc.. Tuttavia non è raro che ci capiti di muoverci da soli e di aggregarci ad un gruppo, per esempio in occasione di una uscita domenicale o durante le vacanze. In questi casi, il responsabile dell' immersione (istruttore, divemaster, ecc.) ci assegnerà un compagno che non conosciamo e la coppia si compone così, al momento.

 

Va detto che il compagno occasionale non è necessariamente persona da guardare con sospetto o necessariamente inaffidabile. Infatti, è rassicurante il fatto che di norma i centri di immersione non accettino subacquei privi delle qualifiche fondamentali e cioè, come minimo, di un brevetto riconosciuto, di un certificato medico in corso di validità ed anche dell' esperienza (documentata dal libretto d’ immersione) eventualmente necessaria se in quel giorno è programmata un’ immersione particolare, ad esempio su un relitto, in grotta, ecc..

 

Tuttavia non è garantito che due subacquei, mai incontratisi prima, riescano a formare una coppia istantaneamente omogenea ed affiatata.

Che fare, allora? Prima di tutto, dovremo cercare di capire che tipo di subacqueo sia la persona che sarà in coppia con noi e da cui potrà dipendere la nostra sicurezza. Con garbo e vero interesse, cioè senza atteggiamento inquisitorio, ci informeremo sul suo livello di brevetto, sulla sua esperienza, su quando ha effettuato l' immersione più recente. Poi, daremo un' occhiata discreta alla sua attrezzatura, sperando che riveli qualcosa (è tutto ordinato e ben tenuto? oppure, è solo ciarpame malandato?).

 

Anche i preparativi del nostro compagno possono rivelare utili indicazioni, a seconda che i suoi gesti siano sequenziali e precisi oppure sconclusionati e goffi. A sua volta, anche lui avrà il diritto/dovere di sapere con chi ha a che fare. Gli dovremo allora parlare un po' di noi, illustrando le nostre qualifiche e sottolineando tanto le nostre capacità quanto i nostri limiti. Dare una immagine veritiera di noi stessi non solo è un comportamento doverosamente onesto nei suoi confronti ma - forse ancora di più - una misura di accortezza verso noi stessi. Infatti, se per presunzione e vanità riuscissimo a convincerlo che siamo più affidabili di quanto non sia vero, daremmo origine ad un doppio equivoco potenzialmente pericoloso. Infatti il nostro compagno rischierebbe di:

·      sopravvalutare la nostra capacità di dare assistenza (e inconsapevolmente metterebbe a rischio la propria sicurezza);

·      credere che noi siamo in grado di cavarcela e potremo fare a meno del suo aiuto (ed è la nostra sicurezza che in questo caso si troverebbe a repentaglio).

 

Infine, una osservazione per quanto riguarda gli altri subacquei che fanno eventualmente parte del nostro gruppo: il fatto che l' immersione debba essere condotta con il criterio della coppia non significa che tutti gli altri subacquei presente nello stesso specchio d’ acqua debbano essere ignorati, perché le esigenze di ciascuno valgono almeno quanto le nostre. Tuttavia, è bene ricordare che il desiderio di renderci utili non deve sconfinare nell' invadenza e l' obbligo di prestare soccorso a chi si trovi in una situazione di emergenza non deve intralciare l' opera di chi se ne stia già occupando o sia più qualificato di noi.  

 

1.4   Le condizioni climatiche.

Le condizioni climatiche costituiscono uno dei principali fattori in grado condizionare una immersione.

 

Se la località di immersione è lontana dal posto dove viviamo abitualmente, prima di partire da casa sarà opportuno che ci informiamo sulle condizioni in atto e sui prevedibili sviluppi. Anche in questo caso, la collaborazione di un centro di immersione del luogo sarà preziosa; in alternativa, ci potremo rivolgere alle autorità marittime locali (Capitanerie di Porto, Guardia Costiera, ecc.) o su un sito internet attendibile.

 

Altre utili informazioni, dopo essere arrivati sul posto, potranno essere ottenute da chi ha dimestichezza con la meteorologia locale come i pescatori, i marinai, il personale dei centri di immersione, le stesse Autorità Marittime. Infatti, mentre le osservazioni scientifiche elaborate dai servizi meteorologici nazionali forniscono previsioni a grande scala, sono i segni premonitori tipici di una zona ristretta che riescono a consentire le previsioni locali di maggior interesse per un subacqueo. L' interpretazione di questi segni, tanto facile per chi sa riconoscerli con l' esperienza di anni quanto misteriosa per chi invece capita sul posto da fuori, può quindi fornire ulteriori elementi di sicurezza nel pianificare l' immersione.

 

Un altro elemento importante legato alla meteorologia  è costituito dalle variazioni del clima dovute all' avvicendarsi delle stagioni. In molte zone, questo aspetto può influire sia sull' attrezzatura da usare che sull' equipaggiamento complementare da portare al seguito.

 

Anche i meno esperti sanno che, in generale, in acqua è difficile sentire veramente caldo. Infatti il nostro corpo ha una superficie radiante molto estesa (circa 1,5 - 2 metri quadrati, nel caso di un adulto) ed una temperatura superiore a quella dell' acqua; questa, a sua volta, ha una conduttività elevata (20 volte più dell’ acqua) e sottrae rapidamente calore al corpo umano anche nelle stagioni più calde.

 

Per giunta, nei mesi invernali l' acqua si raffredda ulteriormente. Anche se queste riduzioni di temperatura non sono enormi, è importante tenerne conto nella scelta dell' attrezzatura. A titolo di esempio, una muta da 6 mm. sarà sufficiente per immergersi quasi dovunque nel Mediterraneo durante l' estate; d' inverno, nelle stesse acque, la muta stagna o semi-stagna oppure una muta tradizionale più spessa (magari con l' aggiunta di un corpetto sotto-muta) non sono certo eccessive.

 

Ancora, se durante l' estate il ricambio d' acqua all' interno di guanti e calzari poco aderenti non causa particolare disagio, nelle più fredde acque invernali questo fatto diventa un inconveniente più serio.

Va anche ricordato che dopo l' immersione è bene di coprirsi con indumenti asciutti per rallentare la dispersione di calore. Secondo le circostanze e la temperatura dell' aria, potrà essere sufficiente avere un accappatoio o un asciugamano oppure sarà necessaria una felpa o una tuta intera; dopo l' immersione molti subacquei usano calzare, qualunque sia la stagione, anche una berretta di lana.

 

Quindi, nel preparare le borse in vista di una giornata di immersione, non sarà male essere un poco pessimisti: meglio portare con sé qualche capo di attrezzatura o qualche indumento caldo in più (che potrà poi rivelarsi eventualmente superfluo) piuttosto che rischiare di battere i denti se non di buscarsi un malanno.

 

  1.5   Le maree e le correnti.    

Un po' approssimativamente, si definisce marea lo spostamento di una massa d' acqua dovuto all’ attrazione gravitazionale terra-luna, mentre si parla di correnti quando l' acqua si sposta a causa di altri fenomeni fisici. A parte le forze in gioco e gli effetti che esse producono, la conseguenza (almeno dal punto di vista del subacqueo) è comunque il fatto che l' acqua in cui egli si immerge non è quasi mai ferma.

  

 1.5.1   Le maree. 

Per effetto della legge di gravitazione universale, tutti i corpi celesti si attraggono fra loro in funzione della loro distanza e della loro massa. Dato che anche la terra e la luna sono soggette a questa legge fisica, si genera - come già accennato - il fenomeno delle maree.

 

Semplificando, possiamo dire che:

·   la luna attrae la terra (e viceversa). In particolare, l' attrazione della luna agisce non solo sulla massa solida della terra ma anche sulle sue grandi estensioni d' acqua (oceani e mari);

·   la massa solida della terra subisce l' attrazione lunare senza deformarsi. Invece le masse d' acqua che la ricoprono, prive di una forma propria e quindi libere di spostarsi all' interno dei loro grandi bacini, si muovono secondo la posizione della luna man mano che essa ruota intorno alla terra. Questo fatto si ripete ciclicamente, tanto che quattro volte al giorno (più precisamente, nell’ arco di 24 ore e 50 minuti) si verificano due innalzamenti del livello dei mari e degli oceani, intercalati da due abbassamenti .

 

A seconda di vari fattori geografici ed astronomici, il movimento di tali grandi quantità di acqua può assumere dimensioni molto diverse. In particolare:

· la velocità può variare da valori non apprezzabili fino a molti nodi[1];

·  l' escursione di marea[2] può essere impercettibile ma anche raggiungere parecchi metri.

 

In generale, nelle grandi distese (oceani, mari ampi) la marea ha escursione contenuta  mentre nei bacini più stretti (estuari, baie) essa è più accentuata.

 

      1.5.2   Le correnti.   

Un altro caso in cui enormi masse d' acqua sono in movimento è quello delle grandi correnti oceaniche originate, in generale, dall' azione combinata di venti costanti e della rotazione terrestre.

 

A differenza di quanto avviene nel caso delle maree, la velocità e la direzione delle correnti non variano nell' arco della giornata ma sono pressoché costanti. Le correnti più importanti, oltre una dozzina, sono distribuite in tutti gli oceani; una delle più conosciute nel nostro continente è la corrente del Golfo, che percorre l' Oceano Atlantico trasportando acqua calda dalle coste caraibiche del Messico fino a quelle dell' Europa nord-occidentale.

 

Le correnti sono veri e propri fiumi che scorrono all' interno degli oceani ma non si mescolano con le acque dei grandi bacini in cui si muovono. Ne consegue che la temperatura, la densità ed il tasso di concentrazione salina delle correnti sono diversi da quelli dell' acqua circostante.

Esistono anche correnti locali, causate da condizioni tipiche e da fenomeni specifici di una certa zona limitata. Anche queste possono raggiungere intensità notevole.

 

Che si tratti di maree o di correnti, comunque l' effetto è che una certa massa d' acqua si sposta assieme a tutto ciò che vi è immerso o galleggia su essa. Pertanto, un subacqueo che si trovi in corrente e tenti di rimontarla a nuoto (per di più ostacolato dalla resistenza che l' acqua esercita sulla sua sagoma) può non riuscire ad avanzare e rischia di essere trascinato via. Per avere una idea più precisa, basti pensare che un nuotatore bravo supera a malapena la velocità di tre nodi e, comunque, non riesce a mantenerla per tempi e distanze lunghe.

 

Quindi, nel pianificare una immersione in mare è importante accertare:

·      se nella località esistano correnti;

·      quale sia l' andamento della marea nel corso della giornata e quali siano i suoi effetti nel punto scelto per l' immersione;

·      in quali condizioni particolari una correnti locale possa formarsi ed, eventualmente, quale effetto produca.

 

In ogni caso, è importante ricordare che:

·      è meglio iniziare l' immersione poco prima che la marea raggiunga il suo valore massimo o quello minimo. Infatti, è in questi momenti la velocità dell' acqua è più bassa o addirittura nulla[3];

·      in caso di corrente, l' immersione va iniziata muovendosi contro di essa e conclusa nella sua direzione. E’ intuitivo che sia più sicuro affrontare la parte faticosa dell' immersione quando le energie sono ancora fresche per farsi poi sospingere dalla corrente nel tragitto di ritorno. Facendo il contrario, si rischia inavvertitamente di allontanarsi troppo ed essere poi costretti ad arrancare (senza certezza di riuscire a tornare nel punto voluto) quando si è più stanchi, magari anche infreddoliti ed a corto di aria;

·      di solito, la corrente è meno forte vicino al fondale ed alle pareti che non in mare aperto;

·      in certe zone, a causa di fattori locali, si possono trovare correnti con andamento verticale (è comune definirle col termine inglese “upwelling”). A causa di esse un subacqueo può scendere o risalire, trasportato dalla corrente, anche senza rendersene conto. Le conseguenze minime consistono nei cambiamenti di profondità (sia in più che in meno) senza controllo, nel rischio di uscire dalla curva di sicurezza, nella risalita a velocità maggiore di quella appropriata. Le conseguenze massime consistono nella possibilità di essere trascinati in profondità, di esporsi a narcosi da azoto, di farsi prendere dal panico; tutto questo, con gli effetti anche tragici che si possono facilmente immaginare.

Per evitare queste situazioni o per essere almeno consapevoli dei rischi che comportano e sapere come affrontarli, è indispensabile l' esperienza e l' avviso dei conoscitori di questi posti.

 

Le correnti si possono trovare anche nei laghi ed in polle sorgive. Pur originate da cause diverse da quelle delle correnti marine, possono produrre effetti ugualmente pericolosi soprattutto perché hanno andamento incostante. Pertanto, prima di immergersi in ambienti di questo tipo, è necessario informarsi bene.

 

Un altro caso particolare è quello delle correnti di risacca. Quando le onde si spingono con forza all' interno di una piccola insenatura, può accadere che l' acqua rifluisca verso il largo dando luogo ad una vera e propria corrente. Di solito, la sua ampiezza non supera qualche decina di metri ma la sua intensità può essere abbastanza forte da trascinare con sé un subacqueo che non sappia come uscirne. Anche a questo proposito, è importante informarsi sul posto o cercare di rendersi conto del fenomeno osservando lo specchio d' acqua prima di entrarvi. Se capita inavvertitamente di trovarsi in questa situazione, si deve vincere l' istinto di nuotare con tutte le forze verso terra perché in questo modo ci si affaticherebbe molto e quasi mai si riuscirebbe a raggiungere la riva. Invece si deve nuotare parallelamente alla costa fino ad attraversare l' intera fascia di mare dove la corrente di risacca agisce; solo a questo punto ci si può dirigere verso la riva, nuotando tranquillamente.

  

1.6   La visibilità.    

La visibilità nell' acqua dipende prevalentemente:

·      dall' intensità della luce solare;

·      dal tipo e dalla quantità di particelle solide in sospensione;

·      dai colori dominanti nell’ ambiente circostante.

 

Appena al di sotto della superficie la luce solare conserva tutta la sua intensità ma, via via che la profondità aumenta, l' acqua filtra progressivamente la luce e l' assorbe rendendo l' ambiente sempre più scuro.

 

Inoltre, se le particelle solide che si trovano comunemente in sospensione nell' acqua (polvere, terra, fango, microrganismi planctonici) sono abbondanti, oltre alla luminosità diminuisce anche la trasparenza. Da un estremo all' altro, in certe situazioni può capitare di non vedere l' estremità del proprio braccio teso così mentre in altre si riuscirà a godersi il panorama subacqueo per decine di metri all’ intorno.

 

Negli specchi di mare con fondali sabbiosi o prossimi alle foci dei fiumi la trasparenza dell' acqua non è costante. Per esempio, l' acqua normalmente limpida può diventare torbida quando una mareggiata smuove la sabbia e la lascia in sospensione oppure quando un corso d’ acqua, in certe condizioni, riversa in mare acqua limacciosa.

 

Dato che questi fenomeni non capitano all' improvviso, è facile prevenirne le conseguenze verificando, prima di iniziare l' immersione, se la visibilità sia sufficiente. In caso contrario, è molto meglio rinunciare. Infatti, fatta eccezione per certe situazioni didattiche o di necessità, l' immersione sportiva non ha senso se il subacqueo non riesce neppure a vedere cosa gli sta intorno. Inoltre, è importante ricordare che l' assenza di riferimenti visivi può causare disorientamento, disagio e vertigini.

 

1.7  Le caratteristiche del luogo di immersione, con particolare riguardo ai punti di entrata e di uscita.

Dopo le predisposizioni di carattere generale, prima di entrare in acqua viene il momento di esaminare in dettaglio i particolari della zona.

 

Se l' immersione ha inizio da terra, si esamina il tratto di spiaggia o di costa da cui si intende entrare in acqua. In particolare, si deve individuare un punto di uscita principale ed almeno un altro, secondario, nel caso che al termine dell' immersione quello principale si renda inaccessibile per qualsiasi ragione[4]

 

Prima di avviarsi, si cerca di accertare se il fondale presenti ostacoli (scogli, ciottoli, rottami, ecc.) dove si intende entrare in acqua. In funzione di questi si deciderà se l' attrezzatura possa essere indossata al completo o se invece non sia il caso, per esempio, di indossare le pinne solo dopo l' ingresso in mare.

 

1.8   Le emergenze.

L' immersione subacquea, se praticata con criterio da persone adeguatamente preparate ed in forma, non è più rischiosa di molti altri sport. Questa consapevolezza, assieme alla crescente disponibilità di materiali e di strutture, ne ha favorito la diffusione al punto che:

·      i corsi sono frequentati da persone con precedenti sportivi ed età molto diversi;

·      scuole e circoli subacquei fioriscono anche in località del profondo entroterra, dove generalmente gli sport acquatici non sono tradizionali;

·      numerose organizzazioni didattiche hanno strutturato corsi, con grande seguito e notevolissimi risultati nel campo della sicurezza, anche per i portatori di handicap.

 

Inoltre, va sottolineato che:

·      soprattutto nei Paesi in cui la legge non impone il possesso di un brevetto per fare immersioni, la maggior parte degli incidenti capita ai subacquei privi di adeguata preparazione teorico-pratica;

·      un' altra buona parte di incidenti capita a chi, pur sapendo bene cosa deve fare e come deve farlo, infrange invece consapevolmente le regole di sicurezza spingendosi oltre le proprie capacità.

 

Sfrondata del fascino avventuroso ed esclusivo che la circondava alle origini, l' attività subacquea è sicuramente uno sport bellissimo ed adatto al grande pubblico. In altre parole, è lo strumento insostituibile con cui moltissime persone possano ammirare “dal di dentro” le straordinarie bellezze dei mari. Tuttavia, come tutte le attività umane, anche la subacquea comporta certi rischi e questi sono di natura particolare proprio perché l' ambiente in cui essa si svolge non è congeniale all' uomo.

 

Da ciò nasce la necessità di affrontare lo sport subacqueo ed, in particolare, ogni singola immersione, con la mente rivolta alla sicurezza. Si deve quindi saper prevedere ogni potenziale situazione di emergenza e predisporre adeguate misure perché non accadano inconvenienti o, almeno, non si verifichino conseguenze indesiderabili.

 

1.8.1 Affidabilità delle attrezzature

Alla cura ed alla manutenzione dell' attrezzatura vanno dedicati tutto il tempo, tutta l' attenzione ed anche tutto il denaro necessari. In questo modo, anche i materiali meno costosi e raffinati funzioneranno a dovere per anni; al contrario, persino quelli più evoluti e concepiti per prestazioni eccezionali creeranno problemi se sono trascurati.

 

1.8.2 Modestia e raziocinio.  

Le immersioni devono essere pianificate ed effettuate nei limiti delle proprie capacità. Superare questi limiti per presunzione o spavalderia mette a repentaglio la propria sicurezza ed anche quella del compagno, che può trovarsi coinvolto nelle conseguenze della nostra leggerezza.

 

1.8.3 Predisposizioni finali.

Se ci si immerge da una imbarcazione, è bene che qualcuno rimanga a bordo per poter prestare soccorso e manovrare la barca in caso di necessità, per aiutare nella vestizione, per assistere nell' entrata in acqua e nella risalita a bordo, per compiere certe operazioni faticose (per esempio, salpare l' ancora) non opportune per un subacqueo appena riemerso.

 

Nel caso di immersioni dalla costa o distanti dalla barca appoggio, non si deve dimenticare la boa con la bandierina segna-sub[5]. Molto utili, poco costose e semplici da usare sono anche le piccole boe di emergenza che si portano, ripiegate, in una tasca del Giubbetto ad Assetto Variabile. All' occorrenza si gonfiano sott' acqua e vengono quindi rilasciate affinché risalgano in superficie; oltre a segnalare ai natanti in transito la presenza di subacquei in immersione possono servire a questi ultimi come appiglio per la decompressione (infatti sono dotate di una sagola sufficientemente lunga) e soprattutto offrono al personale della barca-appoggio la possibilità di localizzare facilmente la posizione dei subacquei che dovranno essere raggiunti ed assistiti.

 

  1.9  Il "briefing".

Nel caso di un uscita con la barca di un centro di immersione, appena i partecipanti sono saliti a bordo, il capitano e l' organizzatore dell' attività subacquea (si può trattare anche di una sola persona che svolge entrambe le funzioni) effettuano il cosiddetto briefing, ossia forniscono una serie di informazioni, istruzioni ed avvertimenti.

 

Il capitano si occupa di tutto ciò che riguarda la barca ed indica, per esempio, dove si trovano i salvagente individuali e quelli collettivi, le attrezzature di pronto soccorso, la toilette, il frigorifero, i vani per riporre materiali e le borse, gli spazi riservati o vietati ai fumatori, i generi alimentari e le bibite eventualmente disponibili a pagamento, ecc.. Infine, dà qualche cenno sulla durata della navigazione fino al punto d' immersione e sulle condizioni del mare.

 

Dal canto suo, l' organizzatore dell' attività subacquea (istruttore o divemaster) presenta il programma della giornata, individua le coppie già costituite ed abbina gli eventuali subacquei singoli, descrive le caratteristiche del punto di immersione, illustra le forme di vita e la conformazione del fondale che meritano particolare interesse, richiama l' attenzione sugli aspetti importanti per la sicurezza (correnti, eventuali ostacoli, o intralci ecc.). Può poi rammentare i segnali subacquei più importanti, richiamare le procedure per la risalita in emergenza e per la decompressione, precisare eventualmente se sarà calato in mare a profondità di decompressione un apposito autorespiratore supplementare[6], verificare che tutti abbiano indossato correttamente l' attrezzatura[7], rilevare ed annotare la pressione delle bombole di ciascuno. Dà infine il via alle varie coppie che si accingono ad entrare in acqua, riceve da loro l' "OK" di rito quando queste sono pronte ad iniziare la discesa e ne registra l' ora di inizio dell' immersione.

 

Può darsi che anche l’ istruttore o divemaster decida di scendere in acqua ma questo non lo rende automaticamente responsabile dell' intero gruppo. In altre parole, il fatto che egli sia disposto ad accompagnare altri subacquei in acqua per mostrare loro certi particolari del fondale o della parete che molto probabilmente conosce meglio di chiunque altro, non solleva nessuno dei partecipanti dalle rispettive responsabilità individuali e di coppia[8].

 

Nel caso più semplice di una coppia di subacquei che si immerga da sola, il briefing cambia nel modo ma non nella sostanza: i due compagni dovranno concordare almeno il programma, le modalità, le procedure di sicurezza ed emergenza, i segnali. 

 

1.10   Modi e mezzi per comunicare in immersione. 

In modo più comune con cui due subacquei possono comunicare durante l' immersione è quello dei segnali manuali. Si tratta di gesti semplici, intuitivi, conosciuti ed usati pressoché universalmente.  I più importanti e comuni sono:

·      OK: (1) mano aperta, indice e pollice chiusi ad occhiello; oppure, (2) un braccio ad arco, punta delle dita appoggiate alla sommità del capo; oppure, (3) entrambe la braccia ad arco al disopra del capo, mani con le punte delle dita a contatto. Il primo metodo va bene a breve distanza mentre il secondo ed il terzo si usano da lontano. Il segnale di OK serve tanto per affermare che tutto va bene quanto per chiedere se tutto vada bene. In questo secondo caso, il subacqueo cui il segnale è rivolto come domanda deve rispondere e dare conferma ripetendo il segnale; se invece qualcosa non va, deve eseguire in risposta il segnale del caso;

·      scendere (salire): mano chiusa a pugno, pollice rivolto verso il basso (l' alto);

·      fermarsi: mano aperta, verticale, con il palmo rivolto verso il compagno;

·      lieve inconveniente o malessere: piccole oscillazioni della mano aperta con il palmo rivolto in basso;

·      aria in riserva[9]: braccio aderente al fianco, gomito piegato, avambraccio verticale, mano chiusa a pugno con le dita rivolte verso il compagno;

·      scarsità d' aria: colpetti sul petto con la mano chiusa a pugno;

·      esaurimento d'  aria: mano aperta, di taglio, davanti alla gola;

·      malfunzionamento dell' erogatore: alcuni colpetti sul secondo stadio dell' erogatore con il palmo della mano;

·      indicazione della direzione da seguire:  mano aperta con palmo verticale, braccio teso in quella direzione;

·      indicazione di un particolare: braccio allungato, indice puntato;

·      pericolo: braccio teso, mano chiusa a pugno rivolta nella direzione del pericolo;

·      capogiro o vertigine: mano chiusa a pugno all' altezza del capo, una o due dita distese, piccoli movimenti rotatori dell' avambraccio;

·      richiesta al compagno di segnalare quanta aria gli sia rimasta: mostrargli, con un gesto deciso, il quadrante del proprio manometro. Il compagno deve rispondere combinando i gesti del caso (mani a “T” = 100 Atm; pugno chiuso, all’ altezza del petto = 50 Atm.; mani protese in avanti con le dita aperte = un dito proteso ogni 10 Atm);

·      richiesta di aiuto rivolta da un subacqueo in superficie a chi sta in barca o a terra: (1) tendere un braccio di lato e battere ripetutamente la superficie con la mano aperta; oppure, (2) agitare un braccio al di sopra del capo[10].

Oltre ai segnali convenzionali, esistono altri mezzi di comunicazione. Il più comune è la lavagnetta subacquea[11], adatta non solo ad annotare le proprie osservazioni ma anche a scambiare con il compagno comunicazioni un po' più articolate che non i segnali manuali.

 

Decisamente meno diffusi, più costosi e concepiti per i subacquei professionisti sono i sistemi interfonici, integrati in apparecchi di respirazione speciali, che consentono la conversazione dei subacquei sia fra loro stessi sia con il personale d' appoggio in superficie.

 

Esistono anche dispositivi acustici che si applicano all' erogatore (in sostanza sono dei piccoli risuonatori vocali) ed, a breve distanza, possono rendere comprensibile una conversazione essenziale.

 

Infine, senza troppe pretese e con un po' di esercizio e di affiatamento, a brevissima distanza sott' acqua si riesce a comunicare con  il compagno anche togliendo l' erogatore di bocca e scandendo lentamente qualche parola semplice.

 

Per richiamare l' attenzione del compagno durante l' immersione esistono diversi modi. Il più rudimentale consiste nel battere ripetutamente la lama del coltello o un moschettone di metallo sulla propria bombola. L' evoluzione di questo metodo consiste in un anello elastico, applicato intorno alla bombola, su cui è infilata un pallina di materiale rigido: sollevando e poi rilasciando la pallina, se ne provoca l' urto sulla bombola ed il suono richiama il compagno. In commercio si trovano anche dei tubetti di plastica o metallo parzialmente riempiti con pallini (detti “shakers”). Assomigliano un po' ai sonagli per neonati e, come questi, si agitano per richiamare l' attenzione.

 

Inoltre esistono dei cicalini elettronici. Sono tascabili, funzionano a batteria,  emettono un segnale acuto che si ode discretamente sott' acqua ed ancora meglio in superficie.

 

Infine, esiste un altro tipo di segnalatore meccanico. E' un piccolo accessorio che si applica in serie fra la frusta del GAV ed il suo gruppo di carico-scarico. Si aziona premendo un pulsante, inviando così aria ad una membrana che vibra ed emette un fortissimo sibilo. E’ idoneo per lo più al segnalamento in superficie perché in acqua produce un gorgoglio soffocato.


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[1] Un nodo equivale ad un miglio marino (1,816 Km) all' ora, cioè a più di 30 metri al minuto.

 

[2] Ossia, il dislivello fra l' "alta marea" e la "bassa marea". L' alta marea si ha quando la luna è sulla verticale o agli antipodi, la bassa marea circa sei ore prima e sei ore dopo. Quando il sole, la luna e la terra sono allineati, le maree raggiungono l' escursione massima (sono le cosiddette "maree sizigie" o “maree vive”).

[3] Esistono delle tabelle, dette "Tavole di Marea", che illustrano graficamente le previsioni dell'andamento della marea in una certa località. Le T. di Marea sono normalmente disponibili presso i buoni negozi di articoli nautici e subacquei. Benché le previsioni delle T. di Marea siano molto attendibili perché elaborate con metodi scientifici, può capitare che si rivelino non completamente esatte. Infatti, esse non possono tenere conto dei fattori incidentali (ad esempio il vento) che intervengono sul modello teorico di riferimento e modificano gli effetti complessivi. 5 

[4] E' il caso, per esempio, quando nella zona esistono scogli prossimi alla riva o alle pareti ed il mare si ingrossa mentre stiamo effettuando l' immersione

[5] Anche a questo proposito la legislazione dei vari Paesi può non essere uniforme. Comunque, anche dove questa prescrizione non esistesse o non fosse rigorosa, la boetta andrebbe usata per almeno tre motivi: è l' unico mezzo per segnalare alle barche in transito la presenza di subacquei, aiuta nelle discese e nelle risalite controllate, è un valido sostegno per l' eventuale sosta di decompressione.

[6] In generale si tratta di una bombola con almeno un erogatore. I rubinetti sono lasciati in posizione di chiusura e vengono aperti dall' utilizzatore al momento dell' occorrenza, per evitare che l' eventuale erogazione spontanea da parte dell' erogatore provochi lo svuotamento della bombola e vanifichi questa misura di sicurezza.

[7] Questa attenzione integrativa non esime nessuno dal controllare sia sé stesso che il proprio compagno

[8] Questo concetto è solitamente riportato, con molta chiarezza ed anche con validità legale, nella dichiarazione di assunzione di responsabilità che di norma tutti i partecipanti devono firmare presso il centro di immersione prima di essere ammessi a bordo

[9] Questo segnale nacque nell’ epoca in cui la rubinetteria delle bombole comprendeva un tirante per azionare meccanicamente la leva della riserva. Benché la diffusione dei manometri subacquei (che permettono un controllo continuo del livello di carica delle bombole) abbia fatto cadere in disuso questo meccanismo, il segnale è tuttora attuale. Infatti i subacquei concordano preventivamente quale pressione sia da considerare "di riserva" (di solito 50 atmosfere.) e fanno il segnale quando il manometro scende a quel valore.

[10]  Al riguardo circola una “leggenda metropolitana”, comunque verosimile, secondo la quale un subacqueo in superficie avrebbe fatto questo gesto con l' innocente intenzione di salutare qualcuno. Pochi minuti dopo sulla sua testa roteava un elicottero del servizio di soccorso, convocato da un estraneo che aveva notato il gesto e lo aveva lodevolmente interpretato come richiesta di aiuto. Conseguenze per il subacqueo: non solo una figuraccia ma anche l' addebito delle spese di intervento dell' elicottero.

[11]   E' una tavoletta di plastica grande circa quanto una pagina di quaderno, che di solito si assicura al GAV con una sagolina e si ripone in una delle sue tasche. Sulla lavagnetta è possibile scrivere - anche in acqua - con una normale matita. Può essere corredata con una altrettanto normale gomma, che pure può essere usata in acqua.