Ti te s’è de servissio?
(In Ricordo di Gianni Visintini e di Adriano Scheggi)
Durante il Secondo anno di Accademia esisteva il “Servizio di Compagnia”. Era svolto dai sei qualificati Capi e Vice Capi Plotone; essi avevano il compito di sbrigare le piccole pratiche amministrative dalla sveglia al contrappello, di controllare lo svolgimento delle operazioni quotidiane e di ritirare e distribuire la Posta. A causa di questa ultima mansione giravano tutta la mattina con una borsa di cuoio, da postino, a tracolla.
Capita che lo Scelto Adriano Scheggi si rompa una gamba (mi pare) e venga pertanto spedito in licenza di convalescenza.
Gianni Visintini, Istruttore, si offre di sostituirlo in toto, pensando che per un breve periodo avrebbe fatto il doppio dei servizi ma che poi, al suo rientro, Adriano avrebbe restituito tutto.
Come risultato, contando i turni festivi, le altrui malattie ed assenze, i servizi concomitanti (es. il P.A.O.), Gianni lo si vedeva permanentemente in giro o con la borsa da postino o in uniforme di panno con anfibi e cinturone (mai in Uniforme Storica, da Libera Uscita!). Ed era diventata un abitudine, per la maggior parte di noi, lanciargli lo “sfottò”in presunto purissimo veneto-friulano “Ti te s’è de servissio?!”
Inserra stesso si esibiva in un ”Mmeenghia, tettesè d’ sevvizzzio!!” (si, proprio con tre zeta) che pareva proprio uscito dalla bocca di uno nato e cresciuto sul Canal Grande!
All’inizio Gianni, che non aveva capito lo scherzo, si sforzava di spiegare, ma dopo un po’ fra l’aver capito la situazione e l’essere stravolto dall’impegno così intenso, reagiva con un “Ma va in môna!..” Naturalmente accompagnando all’intimazione il gesto…
Credo che l’assenza di Adriano si sia poi protratta qualche giorno più del previsto e che al suo ritorno fosse ormai vicino il periodo degli esami, durante il quale anche i servizi venivano molto alleggeriti; è quindi possibile che il conto non sia mai stato pareggiato del tutto.
Ora mi piace pensare che Adriano e Gianni siano di nuovo in compagnia e che Adriano si sia offerto, a titolo di amicizia ma anche di risarcimento, di accoglierlo e di farlo ambientare “…in quell’angolo di cielo, riservato a tutti noi…”.
Ciao Ragazzi, vi vogliamo bene
Gigicchio 09