Il magistrato interviene per scagionare il generale del Ros
Vigna giura su Ganzer: ha sempre servito la giustizia
 di Piero Laporta prlprt@gmail.com  

 

Pierluigi Vigna giura due volte sull'innocenza di Giampaolo Ganzer. Ha testimoniato a suo favore e l'ha ribadito sul Corsera. PierLuigi Vigna non è magistrato qualsiasi, avvezzo alle dichiarazioni più inverosimili. Neppure è mai sceso a patti con terroristi o con pentiti juke box. Ganzer per Vigna non solo è innocente ma, ribaltando le argomentazioni della sentenza, ha assicurato alla giustizia i narcotrafficanti, senza farsene strumentalizzare. Egli ha inoltre aggiunto un vivido dettaglio in questa vicenda: io sapevo tutto, ha sottolineato Vigna, e condividevo.

La qualità di pubblico ufficiale di Vigna, mentre Ganzer «delinqueva», dovrebbe causare immediatamente un'indagine su Vigna. Quando egli si dice consapevole delle gesta di Ganzer mentre questi «delinque», poiché lo stesso Vigna è direttore delle indagini, non un esecutore o un semplice osservatore, dovrebbe farlo sospettare di correità. Nulla di tutto questo. Ganzer è lasciato solo, a dispetto della consapevolezza attiva, pure coraggiosamente dichiarata dal magistrato Vigna.

In altri termini, il carabiniere Ganzer può essere sacrificato nelle schermaglie fra istituzioni dello stato. Il magistrato Vigna, che pure non si tira indietro di fronte alle proprie onoratissime responsabilità, si guarda bene dallo scalfirlo. Poi magari regoleranno i conti in altra sede, intanto però è evidente che c'è una giustizia strabica e a molteplici velocità, dalla immobilità cadaverica alla frenesia parossistica con tutte le varianti intermedie.

Una tale vicenda dimostra fino a che livello è scesa la giustizia italiana e a quale abietta sorte è votato chi la serve con la passione di Ganzer.

Egli appartiene a un manipolo di ufficiali dei carabinieri che all'Arma, non all'ambizione ma all'Arma, hanno sacrificato tutto, dalla famiglia agli affetti, fino alla stessa vita. Il loro carisma illumina tutta l'Arma; sono come monaci guerrieri, servi solo dei propri ideali. Tempo fa ne citammo un altro, il tenente colonnello Fabio Cagnazzo, comandante del nucleo operativo più esposto della Campania, trasferito a Foggia dopo gli schizzi di fango d'un pentito juke box. La presunzione di innocenza per Cagnazzo fu accantonata nonostante la levata di scudi in suo favore di 30 sostituti procuratori di Napoli. Ora per Ganzer nell'Arma c'è chi è tentato di ripetere l'inchino a ciò che sembra giustizia e invece è solo un giudizio di primo grado, inficiato da una testimonianza come quella di Vigna che non trova alcuna risposta nella sentenza.

La presunzione costituzionale di innocenza vale per Ganzer come per tutti i cittadini. Se nonostante questa, sarà destinato ad altro incarico, Ganzer obbedirà da eccellente soldato qual è, ma nessuno in tal caso potrà rimuovere due sensazioni: che l'Arma è in declino e che Ganzer è sacrificato per le ambizioni dei suoi stessi colleghi. Sullo stato della giustizia, infine, non occorre dilungarsi.