l Comandanti di Plotone, affettuosamente al seguito dei loro
allievi ogni volta che questi andavano su e giù per le funi,
nuotavano, ruzzolavano nella pula, si scambiavano
sciabolate, venivano sbatacchiati sul tatami o si davano
comunque da fare in qualche altro modo, approfittavano di
queste occasioni per esplorare gli armadietti. L’ esito era
presto noto ed anche scontato: la tabella puniti di
Compagnia informava di lì a poco (e spesso) che gli Allievi
Verdi e Bianchi erano stati puniti con un po’ di giorni di
consegna per ’’Armadietto della palestra (piscina, sala di
scherma, ecc.) in disordine’’.
Più difficile ancora era il rapporto con l’ armadietto in
camerata. La disposizione di ogni cosa era religiosamente
prescritta e le tante fotografie appese in camerata (che
spreco di risorse!) la illustravano senza equivoco. L’
uniforme storica andava sistemata qui, lì la scatola del
chepì e quella dello spadino, poi le bretelle, le uniformi
da truppa e così via. Il cassetto grande, visto in pianta,
era un capolavoro di incastro: a destra (o sinistra, chi lo
ricorda più?) i fazzoletti piegati in otto, poi le calze
kaki e quelle nere, le varie camicie, i pigiami, i
’’mutandoni tattici’’ e così via fino alla saturazione dello
spazio. L’ unico recesso non censurabile era il cassetto
personale, tuttavia, la generosità dimostrata nel concederne
il libero utilizzo cozzava con le sue anguste dimensioni ed
anche sussisteva il sospetto che venisse comunque violato.
In più di qualcuno, pur dopo quarant’ anni, il fatto che i
Comandanti di Plotone avessero una copia delle chiavi e
potessero servirsene per ficcare il naso nelle cose degli
allievi lascia immutato il disagio per la privazione quasi
totale dell’ intimità di allora. Non che si intendesse
nascondere chissà quale segreto (tutt’ al più qualche
’’genere di conforto’’ portato da casa o una torta Saint
Honoré misteriosamente arrivata dalla cucina) ma già il solo
pensiero che, mentre si passava tutta la giornata altrove
alle prese con prove non sempre facili qualcuno andasse a
rovistare nell’ armadietto, era irritante.
La caccia alla polvere sul cielo dell’ armadietto fino agli
angoli del gancio ribaltabile era un altro esercizio
ricorrente dei Comandanti di Plotone. Uno di essi (più
sadico di altri) amava praticarla al cospetto dell’ indagato
e calzando un guanto bianco fornito dallo stesso allievo che
poi, alla prima libera uscita, veniva inesorabilmente
trafitto con un secco:
’’Guanti sporchi, si accomodi’’.
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