Quarant’ anni - La Galleria della Memoria.

 


 

Riflettere su di un arco di tempo della propria vita così lungo può facilmente indurre ai toni stucchevoli della retorica. La nostalgia e talvolta anche il rimpianto affiorano, i ricordi si rincorrono, le ricostruzioni si susseguono. Le immagini, pur ben distinte, affollano una scena estesa quanto lo sono quattro decenni. I nomi, i visi, gli incontri, gli eventi, le vicende più o meno liete, i successi, le difficoltà, le conquiste, le occasioni mancate, gli obiettivi raggiunti e quelli sfuggiti scorrono inevitabilmente nella memoria che - pur depurando tutto ciò con i meccanismi correttivi congeniali a ciascuno - vivifica ed impreziosisce ben al di là della pura rimembranza.

 

Quarant’ anni fa ci siamo trovati per la prima volta fianco a fianco. Eravamo alcune centinaia, estranei gli uni agli altri, provenienti da origini disparate, formati in contesti diversi, sospinti da motivazioni genericamente assimilabili ma sostanzialmente distinte.

Ci ha subito accomunato un tenace e determinato desiderio di riuscire, di misurarci con la nostra scelta, di prefigurarci nel mondo cui desideravamo affermarci, di mostrare a noi stessi quanto capaci fossimo di avviarci lungo il cammino verso obiettivi che l’ impossibile riscontro oggettivo preliminare ci facevano appariva contornati da idealità molto più che da concretezza.

Ad alcuni è chiaramente apparso che la distanza fra la spontaneità dell’ aspirazione e lo sforzo necessario a realizzarla era difficilmente colmabile. Questi amici ci hanno lasciato per scegliere altre strade, portando con sé sentimenti variamente compresi fra il sapore amaro della disillusione ed il sollievo per aver colto in tempo il segnale ma anche - ed i contatti intercosi negli anni con molti di essi lo hanno dimostrato - il senso profondo di un’ appartenenza che le scelte di vita divergenti non hanno affatto intaccato.

 

La gran parte di noi ha invece voluto e saputo andare avanti, dipanando la matassa giorno dopo giorno. Per due anni abbiamo affrontato un cammino formativo e selettivo costellato da stimoli ricorrenti eppure sempre nuovi, talvolta eccitanti, talaltra non del tutto comprensibili o strumentalmente pressanti. Questo è il processo che ha infuso in ciascuno il carattere del futuro professionista ed ha conferito, alla collettività del Corso, il potente ed incancellabile valore della colleganza.

 

La stretta condivisione della vita quotidiana, la totale identificabilità reciproca nel quadro di un’ esperienza unica ed irriproducibile, il cameratismo fra tutti e la conoscenza profonda di non pochi fra i numerosi compagni di viaggio, il calore di un’ amicizia nei momenti di cedimento, hanno segnato la nostra vita lungo i due anni d’ Accademia. Su questa portante si è innestata la modulante degli studi, delle attività sportive e di quelle pratiche, dei (non frequentissimi né numerosissimi) momenti che ciascuno potesse dedicare a sé solo, del rafforzamento del carattere.

 

Oggi la maggior parte di noi è uscita dai ranghi e vive di ricordi; di alcuni, in particolare, soltanto il ricordo è rimasto vivo. Ma ci siamo ancora comunque tutti e vogliamo sentirci insieme, nel nome di ciò che abbiamo dato a noi stessi, all’ istituzione ed al Paese pur nei limiti della nostra fallacia e di ciò che abbiamo ricevuto nel bene molto più che nel male.

 

Quarant’ anni fa avevamo scelto di servire l' Italia. Allora non sapevamo bene come dovessimo farlo e lo abbiamo scoperto mano a mano che gli anni passavano, impegnandoci per raggiungere ogni giorno un traguardo.

 

Se abbiamo fatto il nostro dovere, la nostra coscienza ci gratifica più dell' approvazione di chi ci ha giudicato e della soddisfazione di chi ne ha beneficiato. Se abbiamo mancato ce ne rammarichiamo, noi per primi, oggi non meno che nel momento stesso. Ora accarezziamo prevalentemente i ricordi ma non cediamo alla nostalgia né indulgiamo nella retorica. Semplicemente abbiamo voluto riunirci in questa occasione così speciale, uomini affiatati ed affezionati che desiderano parlare sempre meno per dire (e dirsi) sempre di più.

 

Questo è lo spirito con cui abbiamo desiderato presentarci a noi stessi, ai nostri istruttori di un tempo, alle nostre famiglie, agli amici ed a tutti coloro che comunque ci sono stati e ci sono tuttora vicini. Ci auguriamo che questa ’’Galleria della Memoria” non appaia solo come il racconto di un passato comune ma, molto di più, possa essere fedele testimone dei sentimenti che quarant’ anni dopo il nostro primo incontro siamo ancora e tenacemente fieri di provare.

 

ultimo aggiornamento:16/03/2008 17.13 by PdeW