L’ abitudine rendeva meno struggente questa limitazione
assimilata per forza ma talvolta, soprattutto la sera, la tentazione si
faceva più forte. Allora, rallentando la corsa per un attimo, si gettava
uno sguardo all’esterno.
L’ occhiata furtiva ci lasciava scorgere la vita della
città che scorreva lasciandoci estranei; dai vetri dei palazzi si
intravedevano scorci di cucine, salotti e televisori accesi.
Significavano ’’famiglia’’ e, proprio quella, era una
delle privazioni più forti che potessimo avvertire.
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