Dopo
ripetute manovre l’ allievo riusciva finalmente a rimontare e,
sputando pula come un masticatore di tabacco, si metteva di
nuovo in pista alla mercè del suo destino. Se è pur vero che
questi episodi truculenti riguardavano la massa degli allievi e
non quei pochi - antipaticissimi - che a cavallo sembravano
nati, si rischiò comunque che amicizie già consolidate
rischiassero di sfociare in propositi sanguinari quando i molti
sbalzati sistematicamente di sella vedevano pochi caracollare
con eleganza grazie ad un talento naturale od a precedenti
esperienze (in realtà, i primi giuravano che i cavalli dei
secondi erano drogati con sedativi).
Indurre il cavallo ad ’’entrare negli angoli’’, a ’’trottare
raccorciato’’ od a ’’tagliare in diagonale’’ era un’ impresa che
riusciva per lo più quando il quadrupede, per motivi ignoti, si
asteneva per un po’ dalle sue ordinarie perfidie. E, di, queste,
la memoria è zeppa. Ci fu chi, mentre regolava la staffa, non si
accorse che il cavallo stava lentamente mettendo un anteriore
sul suo piede; dopo il suo primo urlo di dolore, se ne udì
subito un altro per il morso che l’ animale gli aveva assestato
sulla natica dopo averlo reso forzatamente immobile.
Un
altro cavallo, al trotto di scuola, finse di entrare
disciplinatamente nell’ angolo ma all’ improvviso e con perfetto
sincronismo si piantò, divaricò gli anteriori, chinò la testa,
inarcò il dorso e spedì l’ allievo contro il muro di fondo del
maneggio. Questi scivolò lungo la parete a braccia e gambe
spalancate come Gatto Silvestro in un cartone animato ed, a
parte una serie di incrinature e qualche giorno di coma leggero,
non subì conseguenze serie. Un terzo (ma non fu sicuramente l’
unico) sfidò l’ allievo che insisteva nel volerlo fare avanzare;
a nulla valsero le incitazioni, i comandi alla mano, le strette
con le gambe, i colpi di tallone, le imprecazioni più infamanti
lanciate sena risparmio ed anche i commenti coloriti e
mortificanti dell’ istruttore del momento. Solido nelle sue
convinzioni il cavallo lasciò fare fino ad un certo punto e poi,
con eleganza fulminea, sgroppò l’ allievo e si rimise a pensare
ai fatti suoi.
Ad
onore del vero ci fu chi riscosse brillanti successi e proseguì
nelle riprese speciali del secondo anno e della Scuola d’
Applicazione. Inoltre, qualcuno si scoprì attirato da una
passione che perdura tutt’ oggi ed è del nostro corso (si
riconoscerà leggendo) l’ unico Generale dell’ Esercito che nel
2007 monti ancora regolarmente. Per la massa, la gioia provata
nell’ attaccare gli speroni al chiodo fu seconda solo a quella
di un 18-e-palla in meccanica.
Asfodelo, Bientina, Dorico, Daduzzo, Girlando, Ugento e tutti
gli altri: dovunque siate finiti (spezzatino compreso), la pace
sia con voi. |