La Prima Libera Uscita

Già molte settimane erano passate dal giorno dell’afflusso, fra corse a tutte le ore del giorno da un capo all’altro dell’Accademia (e, fortuna di pochi, anche ’’in notturna” alla Montecuccoli), valanghe di sinossi - uniformi - lamette - sapone - cancelleria scaricate dai famigli, urla di anziani ad ogni angolo (VADA DI CORSA! SI PRESENTI!, E’ IMPAZZITO!? COME SI PERMETTE DI GUARDARE LA BACHECA DEL SECONDO ANNO: 100 POMPATE!...), lezioni interminabili e talvolta mortalmente noiose, accertamenti, lotte all’ultimo sangue contro i principi della statica e della dinamica in maneggio ed in piscina (a questo serviva la Fisica?), docce in frazioni di minuto e poi ’’CHIUDERE L’ACQUA!!’’, l’assegnazione del Garand e, del tutto contemporanea, la prima ’’Consegna gg. 3: ARMA SPORCA’’,  vesciche da

 L’otto dicembre del 1967, verso le undici della mattina, mi trovavo, guarda caso assieme a tutto il resto del Ventiquattresimo Corso, nel bel mezzo del Cortile d’Onore. Era la prima volta che mettevamo piede in quel sacro quadrilatero, e non nascondo che il vederlo finalmente “dal di dentro“ mi intrigava mica poco. Pensa tu che dovevamo fare le prove per la… Cerimonia della Libera Uscita! In una tale solenne cornice tutto il I Battaglione era schierato per Plotoni, completo di Quadro Permanente di ogni livello. Soliti attenti, riposo, destriga, fissi, sinistriga, fissi un’altra volta, coprirsi, il terzo della dodicesima riga più a destra, quello dietro anche lui, e anche quello dietro ancora… Una volta sistemati i reparti, mentre i nostri Comandanti si riunivano a concione, noi Aspiranti Allievi eravamo in una consolante posizione di riposo (che voleva dire “marziale posizione di attenti sul riposo“ come più volte i Comandanti di Plotone e di Compagnia ci avevano ferocemente dichiarato. E SENZA MAI MUOVERE IL PIEDE DESTRO!!!). Era logico che in un momento di “vigile e militaresco relax “ uno a caso (io) provasse l’irrefrenabile istinto di guardar verso il Loggiato, habitat naturale e proibitissimo dei Divinissimi Anziani. Ahi!!! L’inconfondibile voce di “Nonna Aby“ buca il silenzio: “Chi è quell’Aspirante del Secondo Plotone della Seconda Compagnia che si muove?!“ Qualcuno ha mai fatto caso che i Superiori riescono sempre ad usare in contemporanea il punto interrogativo – che esprime il senso di incombente calamità, come una palla alzata in una partita di Volley – e quello esclamativo – che è l’inappellabile annuncio di un tremendo castigo, come la schiacciata nella partita di cui sopra? Beh, se non ve ne siete mai accorti fa niente… Ormai!- Muovo impercettibilmente il capo per vedere chi può essere il marrano reo di cotanta colpa... “Si è rimosso!!“ Per fortuna è ormai certo che non ce l’ha con me, posso tirare un bel sospiro di sollievo, e veder un po’ di chi si tratta… mi inchino leggermente in avanti e giro la testa a destra, per squadrare il turpe monatto che si è mosso ed unirmi alla stratosferica Autorità nell’esprimergli il mio massimo disprezzo… “Ma.. è inammissibile!!! Si muove ancora?!“ Cacchio, ce l’aveva proprio con me! Ho ancora davanti agli occhi il mio Tenente: piomba su di me come il grande Kaa, il serpentone del “Libro della Giungla“. Ho ancora nelle orecchie il suo sibilo letale: “Ssstia punito di Camera di Punizione“. Allora, era venerdi; il che vuol dire che tre giorni di Camera di Punizione Semplice con la motivazione “Punito da Comandante di Battaglione perché durante le Prove della Cerimonia della Libera Uscita si muoveva sul riposo“ (immediatamente sanzionata) significarono tre giorni tre a Quota Pipistrello, un vero supplizio (faceva un freddo tremendo). A proposito: mi piacerebbe saper se sono stato io il primo a provare le delizie della Camera di punizione o se qualcuno mi ha preceduto… A soggiornare nel suddetto ultimo piano ci sono tornato altre quattro volte (credo), ma la prima volta… non si dimentica mai!

Gigi Tarasca

 anfibi, sistematiche adunate dopo cena nei bagni delle camerate con il Caposcelto che quotidianamente, per tutto il (breve) intervallo dopo la cena, adunava la compagnia e ripeteva instancabile il suo mantra (’’CI METTANO ‘MPEGNO’’) e molto altro. Venne poi il giorno: preparativi accuratissimi (capelli lustri e scarpe rasate quasi a zero - o era il contrario?) pantaloni stirati a lama di coltello, giubba di panno al profumo di pula, deodorante a profusione per soverchiare ogni altro olezzo, basco elegantemente contorto ma non troppo, adunata in Cortile d’Onore (che strano, a quell’ora e non all’alba!), spietata rivista dell’implacabile Ufficiale di servizio. Una immediata falcidie di vittime, pur senza che i pochi indenni potessero dirsi del tutto al sicuro: infatti, di lì a poco, ’’IL CAPPELLONE AL CENTRO DELLA TERZA FILA NON VA A PASSO: ESCA DAI RANGHI E STIA PUNITOOOO!’’… ed i caduti aumentavano.

Poi, la certezza di avercela fatta, la sorprendente immensità di Piazza Roma, la sensazione di incombenza del Palazzo Ducale pur lasciato alle spalle per qualche ora. 

Una corsa al telefono pubblico (ancora una fila! Ma la famiglia, la fidanzata, gli amici non potevano essere trascurati), una corroborante visita alla pizzeria, una passeggiata sotto i portici per vedere finalmente com’era fatto il centro di Modena e poco altro. Il Mocambo - di cui si era solo e vagamente sentito favoleggiare - era ancora di là da venire. Lungo le vie (quanto piccolo può essere il mondo!) torme di anziani da salutare con gli schiocchi del caso, ed anche vigili urbani o gallonati portieri d’albergo a cui profondere uguali onori (melius abundare…) ricambiati dagli stessi con un sorriso bonario rivolto ai cappellonacci imbranati, uguali alle miriadi di cappellonacci imbranati del passato.

Poche ore, poi il rientro con un misto di emozioni nell’animo, lo struscio beneaugurate sul naso del mascherone di sinistra, un ’’buonasera’’ mormorato con sussiego del tutto apparente dall’elegante Portiere ritto sulla porta della sua guardiola, i pochi gradini verso il cortile d’onore e… via, nuovamente, di corsa in camerata (a quando il contrappello in pigiama?) per poi scivolare fra le usuali e fruscianti coltri di seta, abbandonandosi ai proprio pensieri nei pochi istanti prima del sonno.

 

 

 

ultimo aggiornamento:14/03/2008 16.44 by PdeW